Alan Bean (1932-2018)
Addio all’astronauta
Alan Bean
Alan Bean scende la scaletta del modulo lunare |
Sono passati solo pochi mesi dalla scomparsa di Richard Gordon e l'ultimo superstite della missione lunare Apollo 12, ci ha lasciato.
L'astronauta Alan
Bean è morto sabato 26 maggio 2018. E’ stato il quarto uomo a camminare sulla luna e attraverso i suoi dipinti cosparsi di polvere
lunare ha raccontato le emozioni vissute nel 1969.
Bean è deceduto
allo Houston Methodist Hospital di Houston, in Texas, come confermato
dalla moglie, Leslie. La causa della morte un improvviso malessere
mentre era in viaggio a Fort Wayne, Indiana, due settimane prima.
Pilota collaudatore
della US Navy, Bean fu uno dei 14 selezionati dalla NASA per il terzo
gruppo di astronauti nell'ottobre del 1963. Bean volò due volte
nello spazio, prima come pilota del modulo lunare della missione
Apollo 12 nel novembre 1969, e poi come comandante della seconda
spedizione con equipaggio negli Stati Uniti sulla stazione spaziale
Skylab, nel luglio 1973.
In totale, ha
registrato 69 giorni, 15 ore e 45 minuti nello spazio, e 31 ore e 31
minuti sulla superficie lunare.
Il 14 novembre 1969,
Bean e i suoi colleghi: il comandante Charles "Pete" Conrad
e il pilota del modulo di comando Richard "Dick" Gordon,
erano a meno di un minuto di volo quando il Saturn V fu colpito due
volte dai fulmini. La scarica elettrica mise fuori gioco il pannello
strumenti e la telemetria trasmessa al Mission Control. Un
controllore di volo, John Aaron, ricordava un test effettuato un anno
prima e fece suggerire all'equipaggio di passare da "SCE to AUX"
Dalla navicella
arrivò forte è chiara la risposta di Conrad: "Che diavolo è
SCE to AUX?” Gordon e i tecnici al controllo missione sbarrarono
gli occhi. Fortunatamente, Alan
Bean ricordava da una precedente simulazione durante il training,
dove era posizionato l’interruttore.
Anni dopo Bean
racconta: “Non ricordavo esattamente a cosa servisse
quell’interruttore, ma sapevo dove si trovava e lo azionai. La
telemetria torno sugli schermi dei controllori a Houston e il nostro
pannello strumenti ricominciò a funzionare. Senza saperlo avevo
salvato la missione.”
Cinque giorni dopo
il loro lancio, Bean e Conrad lasciarono Gordon in orbita attorno
alla luna sul modulo di comando "Yankee Clipper" e
sbarcarono con il modulo lunare "Intrepid" nell'Oceano
delle Tempeste sulla luna. "Il Sole è luminosissimo"
osservò Bean mentre muoveva i primi passi in superficie.
A differenza di Neil
Armstrong e Buzz Aldrin che li precedettero sulla luna con Apollo 11
quattro mesi prima, Conrad e Bean avevano effettuato un atterraggio
di precisione, atterrando a circa 200 metri dal punto prescelto.
"Ecco quella cosa! Guardala!" esclamò Bean, individuando
il lander robotico Surveyor III, che la NASA aveva inviato sulla luna
nel 1967.
Durante la seconda
uscita extraveicolare sul suolo lunare, Bean e Conrad recuperarono
diversi pezzi del Surveyor riportandoli sulla Terra per studiarli,
insieme a circa 35 chilogrammi di roccia lunare raccolte lungo il
percorso.
Prima di lasciare
per sempre la luna, Bean si allontanò dall'Intrepid fino al bordo di
un grosso cratere e lanciò la sua spilla argentata, un simbolo
indossato da chi doveva ancora volare nello spazio. (In seguito la
avrebbe sostituita con una spilla d'oro dopo essere tornato sulla
Terra.)
"Resterà lì
per milioni e milioni di anni", ha scritto Bean nel 2000, "o
fino a quando qualche turista la trova e la riporta sulla Terra".
Bean, Conrad e
Gordon ammararono nell'Oceano Pacifico il 24 novembre 1969. Come
l'equipaggio dell'Apollo 11 prima di loro, i tre furono recuperati
dalla portaerei USS Hornet e messi in quarantena per 21 giorni come
precauzione contro ogni possibilità di contaminazione.
Con Alan Bean a Cape Canaveral (2012) |
Skylab III
La seconda e ultima
missione spaziale di Bean fu molto più lunga di Apollo 12. Lanciato
su un razzo Saturn 1B il 28 luglio 1973, Bean guidò l'equipaggio
della missione Skylab III insieme a Owen Garriott e Jack Lousma per un
soggiorno di 59 giorni nella prima stazione spaziale degli Stati
Uniti. "Ora deteniamo il record mondiale per il volo spaziale",
scrisse Bean nel suo diario di bordo il 25 agosto 1973.
Astronauti del programma Skylab, Alan Bean (4° da sin.) |
Durante la missione
a bordo del laboratorio orbitale, Bean, Garriott e Lousma condussero
esperimenti medici, biologici e numerose osservazioni della Terra e
del Sole.
Bean e Garriott
uscirono fuori dalla stazione spaziale per raccogliere gli
esperimenti e sostituire i magazzini della pellicola fotografica. I
tre membri dell'equipaggio sganciarono il loro modulo di comando
Apollo e tornarono sulla Terra il 25 settembre 1973.
Lasciata la NASA ha poi trascorso quattro decenni interpretando ciò che ha
visto come pittore professionista.
Aspirante artista da
quando frequentò un corso di belle arti come studente della Navy
Test Pilot School, Bean ha seguito la sua passione divenendo un pittore professionista. Bean: "Ho un'abilità e
un'esperienza secondo me qualcuno ha deve fare questo lavoro, per ricordare questa grande avventura umana
nelle belle arti in modo che rimanga per sempre. Non
sostituisce i film, non sostituisce i libri,
ma è stato un evento abbastanza grande nella storia umana che
registrarlo in questo modo è qualcosa che solo io sono interessato a
fare, ma vale la pena farlo".
L'approccio di Bean ai suoi
dipinti è stato quello di fondere l'accuratezza
tecnica con un uso impressionistico del colore. Tra i suoi soggetti
ci paesaggi che ha visto per la prima volta, le attività dei
suoi colleghi astronauti del programma Apollo e scene di fantasia.
Nelle sue creazioni a incorporato piccoli pezzi della polvere lunare e nella sua pittura
acrilica posava la suola di uno stivale
lunare (replicata) e la testa di un martello da geologo che ha usato
sulla luna. "In ogni dipinto che faccio, ho messo quella trama e un pizzico di polvere
dall'Oceano delle Tempeste".
Delle oltre 160 opere in catalogo, 40 di
queste sono state esposte dal National Air and Space Museum
dello Smithsonian a Washington, DC nel 2009, in occasione del 40°
anniversario dell'Apollo 11 e 12 sbarchi sulla Luna.
"Ricordo
perfettamente quei giorni perché ero ospite della John Glenn lecture per il 40° di Apollo 11. Per l’occasione Michael Collins e Buzz Aldrin
presentarono i loro libri e Alan Bean fece una personale bellissima
con un Lunar rover originale al centro della sala. Quando mi vide, spalancò gli occhi incredulo: “Luigi! Non
credo ai miei occhi, sei venuto fino a qui”. Che forza Alan Bean,
ti faceva sentire importante. Era felice di esporre nel tempio
dell’astronautica, per lui fu la vera consacrazione come artista. Conservo gelosamente i suoi cataloghi autografati, ma soprattutto il suo sorriso". Luigi Pizzimenti
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