Cerere: Il Pianeta Nano
Cerere è il pianeta nano che oggi è sotto l'occhio della sonda della Nasa Dawn. Fin da quando è arrivato attorno ad esso si osservarono misteriose macchie bianche punteggiare alcuni crateri, anzi ben 130 crateri. E' stato necessario attendere molto tempo prima di avere la certezza di cosa sono composte. Ora ne abbiamo la certezza al 99 per cento: sono composte da sali (solfato di magnesio).
Tracce
di argilla contenenti ammoniaca. È quanto rilevato dallo strumento
VIR a bordo della sonda Dawn sulla superficie del pianeta nano
Cerere.
La
scoperta, ottenuta grazie allo spettrometro ad immagine VIR,
realizzato da Selex Galileo con il coordinamento e finanziamento
dell’ASI e la guida scientifica dell’INAF-IAPS, suggerisce che
Cerere possa essersi formato in una zona più esterna del Sistema
Solare rispetto alla sua attuale posizione.
"La
scoperta di fasi ammoniate su Cerere indica che la questo corpo può
essere almeno in parte costituto da materiale condensatosi a basse
temperature, tipiche delle zone più esterne del sistema solare.
L’ammoniaca è stata individuata, ad esempio, su alcuni corpi
trans-nettuniani e sul sistema di Plutone. Questa scoperta potrebbe
confermare alcune teorie sulla migrazione dei pianeti nelle fasi
primordiali del sistema solare", ha detto Maria
Cristina De Sanctis, INAF – IAPS,
responsabile
scientifico dello strumento e primo autore dell'articolo, che
verrà pubblicato il 10 dicembre sulla rivista Nature.
La
presenza di ammoniaca è un dato di fondamentale importanza per lo
studio della storia evolutiva di Cerere. Oggi, con le attuali
condizioni di temperatura e pressione, il ghiaccio di ammoniaca non
potrebbe sopravvivere sulla superficie. E nemmeno in passato, secondo
il parere degli scienziati, l’ammoniaca avrebbe potuto formarsi in
quantità compatibili con le attuali osservazioni di VIR,
considerando Cerere nella sua attuale posizione. Questa
contraddizione suggerisce la possibilità che Cerere non si sia
formato dove risiede oggi, nella fascia degli asteroidi tra Marte e
Giove.
“DAWN
ci sta aiutando a comprendere la formazione e l’evoluzione del
Sistema Solare – ha commentato Raffaele
Mugnuolo
responsabile ASI per
la missione - nei
primi miliardi di anni, i pianeti erano ancora in movimento prima di
raggiungere l’equilibrio orbitale attuale e sembra che anche
Cerere abbia compiuto lo stesso percorso".
Gli
ultimi dati collezionati dalla sonda mettono ancora più in evidenza
le differenze tra i due corpi celesti osservati da DAWN: Vesta è
asciutto e presenta una superficie ricca di crateri che testimoniano
una sua permanenza nella fascia degli asteroidi. Cerere invece è un
piccolo mondo scuro e con caratteristiche morfologiche la cui natura
è ancora tutta da scoprire.
Non
resta che aspettare la prossima fase della missione prevista per metà
dicembre: DAWN in quel periodo osserverà Cerere da “soli” 380
chilometri di distanza: ciò le permetterà di realizzare immagini ad
alta risoluzione di fondamentale importanza per il progresso
della ricerca planetologica. Credit: INAF
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