Pillole di Apollo: Salviamo la tuta di Neil Armstrong
La tuta spaziale di Neil Armstrong (1930-2012) è uno degli oggetti più importanti per la storia del progresso scientifico e tecnologico dell'umanità. Armstrong la indossava il 20 luglio del 1969, quando posò il suo piede sinistro sul suolo lunare, un momento che ha catturato gli occhi e il cuore di milioni di persone. Le tute delle missioni Apollo sono state costruite dalla ILC di Dover, su commissione della NASA.
La tuta di Neil Armstrong prima dell'esame (credit: NASM) |
La tuta, è un modello A7L (A7 indica che era la settima evoluzione della tuta Apollo, mentre la L indica che è stata fatta dalla ILC di Dover) come tutte le tute Apollo era costruita su misura per ogni astronauta.
La ILC di Dover costruiva 18 tute per ogni lancio: una per il volo, una per il training e una di riserva per tutti e tre i membri dell'equipaggio, così come per i tre astronauti dell'equipaggio di riserva. In generale, per la costruzione di ogni tuta erano necessari circa quattro mesi di lavoro.
Nel 1972, la tuta di Neil Armstrong è stata donata all'Air and Space Museum dello Smithsonian di Washington, DC, dove è rimasta in mostra fino al 2006. Da allora è rimasta nel caveaux per proteggerla dall'inesorabile deterioramento causato dall'osmosi gomma-metallo.
Oggi 46 anni dopo la passeggiata sulla Luna, i funzionari del museo, necessitano di almeno 500.000 dollari per il restauro e la sua conservazione e hanno lanciato una raccolta pubblica di fondi su Kickstarter, che ha superato le aspettative.
credit: NASM |
La Curatrice Dott.ssa Cathleen Lewis, con i fondi raccolti, oltre al restauro spera di poter assumere specialisti per esaminare la tuta in grande dettaglio e ricostruire il percorso della tuta dal suo completamento in un laboratorio di Kent County il 19 Gennaio 1969, ad oggi.
Di seguito alcune immagini dell'ultimo esame sulla tuta di Armstrong.
Di seguito alcune immagini dell'ultimo esame sulla tuta di Armstrong.
Credit: NASM |
Credit: NASM |
Credit:NASM |
Altro obbiettivo e la digitalizzare della famosa tuta, permettendo così, agli appassionati di spazio (e ce ne sono molti) di visualizzare un modello 3D sul sito web del museo. Saranno anche effettuate le riparazioni per garantire che questo pezzo di storia sia tramandato alle future generazioni.
La mia esperienza personale
Da sempre sono stato affascinato dalle tute degli astronauti e in particolare per quelle delle missioni Apollo. Negli anni ho costruito diverse repliche, alcune sono esposte presso il Museo del volo a Volandia.
Da sempre sono stato affascinato dalle tute degli astronauti e in particolare per quelle delle missioni Apollo. Negli anni ho costruito diverse repliche, alcune sono esposte presso il Museo del volo a Volandia.
Nel luglio del 2009, in occasione del 40° anniversario della missione Apollo 11, sono stato invitato, dalla Curatrice Dott.ssa Cathleen Lewis, a visitare il Garber Facility di Washington DC, dove venivano conservate le tute spaziali americane.
Non ho dovuto chiedere quale oggetto desideravo ammirare per primo... Gli addetti hanno estratto dalla sua sede, la tuta di Armstrong, sdraiata su un carrello e coperta da un telo. E' stato un momento emozionante, quando una volta scoperta, immediatamente ho notato sulle gambe della tuta il grigio della regolate lunare. Prima di entrare avevo indossato i guanti bianchi, per rispetto ad un manufatto di valore storico, ma la curatrice mi ha fatto un grande dono: mi ha chiesto di togliere un guanto e prendendo la mia mano nella sua mi ha fatto toccare il velcro posizionato sotto la scarpa sinistra ancora sporco di polvere lunare proveniente dal Mare della Tranquillità. La tuta di Armstrong, a differenza di quasi tutte le altre, ha ancora le patch di missione originale, che veniva normalmente rimossa dagli astronauti come ricordo personale.
Non ho dovuto chiedere quale oggetto desideravo ammirare per primo... Gli addetti hanno estratto dalla sua sede, la tuta di Armstrong, sdraiata su un carrello e coperta da un telo. E' stato un momento emozionante, quando una volta scoperta, immediatamente ho notato sulle gambe della tuta il grigio della regolate lunare. Prima di entrare avevo indossato i guanti bianchi, per rispetto ad un manufatto di valore storico, ma la curatrice mi ha fatto un grande dono: mi ha chiesto di togliere un guanto e prendendo la mia mano nella sua mi ha fatto toccare il velcro posizionato sotto la scarpa sinistra ancora sporco di polvere lunare proveniente dal Mare della Tranquillità. La tuta di Armstrong, a differenza di quasi tutte le altre, ha ancora le patch di missione originale, che veniva normalmente rimossa dagli astronauti come ricordo personale.
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