Ricordando Apollo 1 (27 Gennaio 1967)
"If we die, we want people to accept it. We are in a risky business, and we hope that if anything happens to us, it will not delay the program. The conquest of space is worth the risk of life".
"Se moriamo, vogliamo che le persone lo accettino. Siamo in un affare rischioso e speriamo che se ci accadesse qualcosa, questo non ritardi il programma.
La conquista dello spazio vale il rischio della nostra vita".
-Astronaut Gus Grissom, 1965
La tragedia avvenne sulla rampa di lancio durante il test finale della missione inizialmente denominata Apollo 204. Sarebbe stata lanciata il 21 febbraio 1967, ma gli astronauti Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee persero la vita nell'incendio del modulo di comando.
Gli astronauti erano entrati nella capsula alle ore 13 di Venerdì 27 Gennaio 1967. Il primo problema fu quando Gus Grissom entrato nella navicella dopo aver collegato la sua fornitura di ossigeno al veicolo spaziale, disse di aver sentito uno strano odore nella tuta spaziale come un "odore acre"... L'equipaggio si fermò per vedere se l'aria tornava ad essere normale, il centro di controllo dopo averne discusso con Grissom decise di continuare il test.
Il problema successivo fu un forte flusso di ossigeno che periodicamente attivava il master allarm. Anche in questo caso si continuò con la promessa che se ne sarebbero occupati dopo...
Il problema successivo fu un forte flusso di ossigeno che periodicamente attivava il master allarm. Anche in questo caso si continuò con la promessa che se ne sarebbero occupati dopo...
Un terzo problema sorse nelle comunicazioni. In un primo momento, le comunicazioni difettose sembravano essere unicamente tra il comandante Grissom e la sala di controllo. Più tardi, la difficoltà si estesero a tutto l'equipaggio, alla sala di controllo e al complesso di lancio 34. Grissom disse: "Come pensate di comunicare dalla Terra alla Luna, se non riusciamo a comunicare a tre isolati di distanza!".
Quest'ultimo problema nelle comunicazioni, spostò di circa 30 minuti il conteggio dalle 5:40 pm alle 06:31 pm, quando i controllori di volo stavano per far ripartire l'orologio, gli strumenti a terra mostrarono un aumento inspiegabile del flusso di ossigeno nelle tute spaziali. Uno dei membri dell'equipaggio, presumibilmente Grissom, si era spostato leggermente.
Quattro secondi dopo, l'astronauta Chaffee urlò: "Fuoco, sento odore di fuoco". Due secondi dopo, la voce di White si fece più insistente: "Fuoco nella cabina di guida!"
Quest'ultimo problema nelle comunicazioni, spostò di circa 30 minuti il conteggio dalle 5:40 pm alle 06:31 pm, quando i controllori di volo stavano per far ripartire l'orologio, gli strumenti a terra mostrarono un aumento inspiegabile del flusso di ossigeno nelle tute spaziali. Uno dei membri dell'equipaggio, presumibilmente Grissom, si era spostato leggermente.
Quattro secondi dopo, l'astronauta Chaffee urlò: "Fuoco, sento odore di fuoco". Due secondi dopo, la voce di White si fece più insistente: "Fuoco nella cabina di guida!"
Le procedure per la fuga di emergenza richiedevano normalmente 90 secondi, ma in pratica l'equipaggio non aveva mai compiuto questa operazione in soli 90 secondi... Adesso si trattava di farlo con il fuoco e il fumo che avvolgeva i tre uomini!
Fiamme e spesse nuvole di fumo nero riempirono la white room. L'istinto fece allontanare molti uomini, ma altri cercarono di salvare gli astronauti. Il calore intenso e il denso fumo resero impossibile l'intervento, purtroppo era troppo tardi. Gli astronauti erano morti. Una commissione medica stabilì che gli astronauti erano morti per asfissia da monossido di carbonio. L'incendio aveva distrutto il 70% della tuta spaziale di Grissom, il 20% della tuta di White e del 15% della tuta di Chaffee.
Fiamme e spesse nuvole di fumo nero riempirono la white room. L'istinto fece allontanare molti uomini, ma altri cercarono di salvare gli astronauti. Il calore intenso e il denso fumo resero impossibile l'intervento, purtroppo era troppo tardi. Gli astronauti erano morti. Una commissione medica stabilì che gli astronauti erano morti per asfissia da monossido di carbonio. L'incendio aveva distrutto il 70% della tuta spaziale di Grissom, il 20% della tuta di White e del 15% della tuta di Chaffee.
Dopo la rimozione dei corpi, la NASA sequestrò tutto ciò che al momento del lancio era nel complesso 34. Il 3 febbraio, l'Amministratore della NASA Webb, istituì una commissione d'esame per indagare a fondo sulla questione. Gli ingegneri smontarono per per pezzo la navicella e dimostrarono che l'incendio era divampato vicino a uno dei fasci di cavi proprio di fronte al sedile di Grissom sul lato sinistro della cabina.
Nella primavera del 1967, il dottor George E. Mueller, Amministratore associato per i voli con equipaggio della NASA, annunciò che la missione prevista per Grissom, White e Chaffee sarebbe stata denominata Apollo 1 per onorare la memoria dei tre astronauti scomparsi.
Il Programma lunare era appena iniziato, ed aveva già chiesto il suo tributo agli uomini.
Per conoscere l'intera storia con particolari e immagini inedite richiedi il libro: PROGETTO APOLLO "Il sogno più grande dell'uomo"
Edward White, Virgil Grissom e Roger Chaffee (NASA) |
Chaffee, White e Grissom durante il training (NASA) |
Quello che resta delle tute degli astronauti (NASA) |
Apollo 1 durante l'indagine della NASA (NASA) |
Nel luglio del 2009 ero a Washington e sono andato a rendere omaggio a Virgil Grissom e Roger Chaffee, che sono sepolti al cimitero Nazionale di Arlington.
Credit: Luigi Pizzimenti
Credit: Luigi Pizzimenti
Commenti
Onore a questi uomini e donne che con il loro sacrificio hanno fatto sì che le porte del cielo restassero aperte! Le parole profetiche di Virgil Grissom, comandante di quel volo che non fu mai, che disse in una intervista televisiva un mese circa prima della tragedia:<< Se qualcuno di noi muore, la gente deve accettare la realtà. Siamo in un "affare" pericoloso. Ma l'esplorazione dello spazio è un'impresa che vale il rischio della vita!>>